Dopo avervi rassicurato sulla situazione etiope vorrei parlarvi di noi. Il nostro è un popolo che non saprei definire, ricco di qualità incalcolabili ma che tende alla mediocrità. L'esaltazione delle capacità, se non dimostrate, porta solo a risultati deprimenti e questo è quello che per secoli è successo al nostro glorioso popolo per anni ed anni adagiato sulle imprese storiche attribuite soprattutto ai romani. Non so come sia stato possibile ma credo che ancora non ci sia stato quello scatto d'orgoglio collettivo che porta una nazione ad unirsi per raggiungere i propri obiettivi. Il tema di questi giorni sono matrimoni ed adozioni gay, il protagonista assoluto è Vendola che nella sua proverbiale e ridicola incoerenza, dopo aver attaccato Berlusconi per la mercificazione del corpo femminile, usa proprio un corpo femminile al fine di ottenere un figlio che la natura gli nega. Mi sembra di vivere su un pianeta sconosciuto e penso intensamente: ma dove sono le femministe quando servono?
Il problema credo che sia proprio questo: non ci concentriamo sui bisogni più importanti che abbiamo, non voglio esprimere opinioni su matrimoni ed adozioni gay, non credo che sia una prerogativa della nostra nazione. In questo contesto credo proprio che la tematica gay sia la meno urgente ma la più utile a dividere ancora di più una nazione che unita non è mai stata. Non vedo proposte di legge che uniscano la nazione, non vedo la reale e seria voglia di combattere questa situazione di crisi e vedo ancora meno la voglia di emergere, quella voglia che appartiene ad ogni popolo che si rispetti. Prendete ad esempio il sentimento nazionale dei tedeschi, oppure quello degli americani o ancora quello dei francesi. Dov'è il nostro sentimento nazionale?
Con questo non voglio dire che il tema delle adozioni gay sia marginale, anzi dal momento in cui se ne parla è impossibile rimanere freddi e distaccati, ma è proprio questo il punto. Vorrei che i nostri politici si occupassero di problematiche più urgenti come la ricerca di nuove fonti di energia che possa renderci indipendenti dalle forniture delle centrali nucleari francesi, dal petrolio e dal gas. Se per esempio si discutesse sull'investimento in ricerca di nuove fonti di energia probabilmente potremmo essere gli attori principali di una nuova rivoluzione energetica, questo ci permetterebbe di esportare sia le tecniche che la stessa neo-energia ridando vita anche alla nostra economia. I modi per ottenere questi risultati sono molteplici, bisogna guardare il mondo da una nuova altra prospettiva, ma non mi voglio dilungare oltremodo, questo post diventerebbe un libro e lo potrei pubblicare solo tra tre o quattro anni.Eppure nel cuore di molti italiani questo sentimento c'è, peccato che sia soffocato da infinite lotte fraterne riguardanti problematiche...lasciatemelo dire...molto marginali.
Forse sono solo un sognatore, un illuso che pensa in grande. Forse hanno ragione i nostri politici a preoccuparsi adesso di ridefinire qualcosa che, a mio avviso, è già stata ben definita dalla natura. Oppure forse è meglio che non pensiamo tutti ad un obiettivo comune, forse è meglio che non ci rendiamo conto delle nostre potenzialità, forse è meglio credere di essere diversi e lottare per qualcosa che ci renderà sempre più distanti, perché se il popolo italiano si sveglia unito e determinato potrebbe essere un problema per qualcuno...
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